Lisbona Part II

“Love is a burning thing, and it makes a fiery ring. Bound by wild desire I fell into a ring of fire…” Johnny Cash mi sveglia puntualmente alle 9, dopo un lungo e meritato sonno ristoratore. Solo il tipo che dormiva nel letto sotto al mio mi ha brevemente svegliato quando ha raccolto le sue cose e lasciato la stanza, senza preoccuparsi troppo di non fare rumore. Era un ragazzo americano dall’aspetto asiatico, molto giovane, che mi ha raccontato essere un giocatore di poker online professionista. Passa 8-10 ore al giorno al pc, giocando su vari siti contemporaneamente. Al momento è in vacanza “forzata”, prima di andare a Bucarest a cercare casa per trasferirsi, perché dopo aver violato non so quale legge americana sul gioco d’azzardo, non poteva + “lavorare” negli USA.
A colazione ho incontrato di nuovo Mary e i tedeschi. Lei andava a Belem. Essendo domenica, i monumenti e musei erano gratis fino alle 14. Muriel e il ragazzo invece andavano a Cascais, villaggio di pescatori poco distante da Lisbona.
Decido di seguire il programma di Mary, e prendo il tram per Belem con altre 1000 persone,passando 20 minuti in un’accidentale sauna. Lascio scendere la folla alla prima fermata del quartiere, io decido fare il giro al contrario, partendo dalla Torre, per poi tornare indietro e terminare il percorso al Monastero de San Jeronimo, sperando di trovare meno folla in questo modo.
Effettivamente non ho fatto code nè ho dovuto sgomitare tanto per ammirare i vari panorami.
La Torre di Belem era l’emblema che avevo di Lisbona. C’è da dire che non sapevo praticamente niente di questa città, non avevo visto molte foto nè avevo fatto grandi ricerche. La Torre era l’unico monumento che conoscevo, attorno al quale avevo costruito la mia Lisbona immaginaria.
Fortunatamente e sorprendentemente l’immaginazione è stata superata dalla realtà, e la Torre è tornata al suo posto nella geografia urbana.
Si, mi aspettavo qualcosa di +. Forse perché è decentrata, ed io la immaginavo in pieno centro, forse perché ho scoperto altro e questo “altro” mi ha conquistato più del fortino. Ad ogni modo ho reso omaggio al navigatore De Gama e alle sue scoperte, entrando nella torre e salendo in cima al Padrão dos Descobrimentos (monumento delle scoperte), che mi ha impressionato per la sua grandezza. Poi sono entrata nel chiostro del Monastero di San Jeronimo, ma a quel punto non avevo + molta forza di vedere nuove cose, quindi sono andata a mangiare e poi mi sono messa a sedere nel parco. Ho pensato di riposare 5 minuti. Il sole era caldo e si stava bene in maglietta, così mi sono stesa e ho chiuso gli occhi. Quando li ho riaperti era passata un’ora!!!!
Ho fatto merenda con le pastine di Belem, così famose da lasciarmi un po’ delusa, e sono tornata in centro. Non avevo particolare voglia di continuare a camminare, per cui ho deciso di prendere il tram n.28 e di farmi un giro su quel pezzo di storia su binari. Essendo domenica c’era una discreta folla che lo aspettava, e mi sono un po’ demoralizzata. Poi ho visto che dall’altra parte della strada la fermata era vuota. Logicamente, il tram in quella direzione non saliva verso l’Alfama, e quindi non attirava l’attenzione, ma a me non importava granchè. Non avevo altri programmi e potevo conmcedermi un bel giro. Infatti il tram era vuoto, e mi sono sistemata in fondo, dove potevo far foto + comodamente. Mi sono pure presa una giusta partaccia dal conducente, che mi ha visto sporgere pericolosamente verso il retro. Il tram infatti passa molto radente ai muri, in certi punti, e avrei potuto farmi molto molto male. In ogni caso il gioco è valso la candela, perchè la foto che sono riuscita a scattare prima dell’urlo del conducente mi piace proprio!!! ^_^
Sono scesa dal tram all’incirca dove il giorno prima c’era la Feira da Ladra, volutamente, per ripercorrere quei vicoli all’ora blu, quando le luci iniziano ad accendersi e tutto acquista una nuova meravigliosa atmosfera.
Mi sono presa i miei tempi, sono tornata pian piano in centro, ridacchiando come una scema tra me e me per ogni foto riuscita che vedevo nello schermo.
Ero a Libona in luna di miele con la mia Nikon, e fare foto era il mio scopo principale. Avevo il timore di non trovare il giusto feeling con la città, ma da una prima selezione degli 8GB di foto fatte, sono riuscita abbastanza bene a dipingere con la luce quello che ho visto e provato.
Ho come al solito cenato all’ostello, insieme agli altri e a Giuseppe e Dominick, rispettivamente un ragazzo di Bari in giro da un mese prima di ricominciare la stagione in un Hotel a Firenze, e un surfista tedesco (con tutti gli attributi stereotipati del caso), che sta a Cadiz a cazzeggiare.
Nessuno usciva, io le mie foto di notte le avevo fatte, per cui siamo rimasti a chiacchierare nella living room finchè i miei occhi non si sono fatti pesanti.
Per il giorno seguente avevo programmato un giretto a Sintra, che tutti mi avevano consigliato per la bellezza dei suoi castelli. Non volevo perderci tutta la giornata, visto che alle 21 mi aspettava il bus per tornare a Siviglia e c’erano ancora delle cose che volevo vedere. Per cui partire presto era fondamentale!
Quindi, poco dopo lo shottino offertoci dall’ostello sono andata a dormire, cullata dalle note dei Beirut, vera e propria colonna sonora degli ultimi giorni.

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